Archivio News

Napoli. Giudici di pace in rivolta: «Umiliati: sarà sciopero»

  Pubblicato il 10 Nov 2015  10:28


I giudici di pace minacciano di incrociare le braccia per una intera settimana: sciopero unitario, proclamato dalle due sigle che riuniscono l’intera categoria, dal 23 al 30 di novembre. Protestano contro il decreto di riforma della magistratura onoraria che, secondo le associazioni, «nello stesso momento in cui ne amplia le competenze, nega, di fatto, la natura giurisdizionale dell'attività dei giudici di pace».

In parole povere la riforma prevederebbe la sostituzione in blocco di tutti i giudici di Pace che da circa 12 anni, di proroga in proroga, hanno tenuto in piedi la struttura. Tutti fuori con ricambio generale e immediato, ma lasciando il particolare del pagamento «a cottimo»: la retribuzione avviene in base alle sentenze che ognuno riesce a sfornare. Il tema è spinoso, l'Unione nazionale giudici di pace e l'Associazione nazionale dei giudici di pace sono sulle barricate perché è «palese la volontà di creare una figura di magistrato dequalificato, privato delle più elementari guarentigie costituzionali, gerarchicamente subordinato al Presidente ed agli altri organi giudiziari di Tribunale non solo a livello organizzativo, ma persino a livello giurisprudenziale, soprattutto mediante il contestuale inserimento dei giudici di pace nell'ufficio del processo, al fianco di tirocinanti, stagisti e cancellieri». football news

Il vicepresidente dell’Associazione nazionale, Nicola Di Foggia, svolge il ruolo di magistrato onorario a Napoli mentre l’attività professionale da avvocato lo conduce nell’area di Napoli Nord: conosce nel dettaglio difficoltà e problemi della struttura e non si tira indietro quando c’è da commentare. «I giudici di Pace si caricano sulle spalle più del 50% dei processi civili e quasi il 30% di quelli penali. Rappresentano una risorsa determinante per il meccanismo della giustizia in Italia eppure si pensa a un ridimensionamento di questa figura. Se l’Italia ha realmente bisogno dei magistrati onorari, allora pensi a formarli, a creare un ruolo ufficiale e a dare loro il giusto riconoscimento».

E qui è necessario aprire una finestra sul tema del «riconoscimento» che, sul fronte economico, segue norme estremamente precise dettate dal Testo Unico sulle spese della Giustizia: ogni udienza vale 36 euro, i decreti sono pagati circa 10 euro mentre alla fine di ogni mese un giudice di pace riceve 258,23 euro a titolo di rimborso spese. In ogni caso nell’arco di un anno i compensi non possono superare i 72mila euro e, comunque, possono essere cumulati con trattamenti pensionistici e eventuali altri guadagni.

Si tratta di compensi che, presi singolarmente, non sembrano altissimi: ogni giudice di Pace, però gestisce centinaia di provvedimenti ogni mese, sicché, a fronte di un lavoro intenso, i guadagni crescono vertiginosamente.