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Cambio di rotta: i castelli pagheranno le tasse per 85 milioni

  Pubblicato il 19 Ott 2015  12:58
Archiviato il malinteso per cui si era interpretato in modo errato quanto affermato dal Governo sull’abolizione delle tasse sulla prima casa “per tutti”, il premier Renzi è intervenuto per sottolineare come gli immobili di pregio storico-architettonico e quelli di lusso continueranno a pagare l’Imu e la Tasi. Cade così anche la tesi secondo cui l’Italia era il Paese ideale per chi volesse vivere in un castello senza dover versare tasse sulla proprietà.
Ma quante sono effettivamente le dimore che in questo momento stanno vedendo sfumare il sogno di un’esenzione dalle imposte? A rendere noti i numeri è stata l’Agenzia delle Entrate che ha analizzato gli ultimi dati catastali resi pubblici. Ebbene, sono 2.576 i castelli e i palazzi storici diffusi su tutto il territorio nazionale; a questi vanno aggiunte anche le 35.533 ville di lusso e le 36.297 case classificate nella categoria lusso.
Sembrano cifre molto importanti, ma a guardarle nell’ottica dei grandi numeri che interessano la manovra e l’Erario in generale, il gettito che deriverà dalla mancata cancellazione delle imposte non è così elevato: si stima, sempre secondo l’Agenzia delle Entrate, un gettito di circa 85 milioni di euro.
Per quanto riguarda la concentrazione sul territorio, tutte le regioni italiane, tranne la Basilicata, annoverano fra i loro immobili castelli e palazzi di eminenti pregio artistico e storico, ossia quelli accatastati in categoria A9. Tra questi però sono molto pochi quelli registrati come residenze principali e, quindi, prime case. Sembra così che siano stati ben pochi gli illusi proprietari che pensavano di vedersi tagliare le imposte. La concentrazione maggiore di immobili classe A9 è in Emilia Romagna, anche se qui le dimensioni medie sono piuttosto ridotte (356 metri quadrati). Seguono la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia.